L’amore per i cani batte il divieto imposto in condominio

Possibile tenere due cani in casa, nonostante il regolamento sancisca il divieto assoluto di tenere animali negli appartamenti o in qualsiasi altro locale (privato o comune) dello stabile

L’amore per i cani batte il divieto imposto in condominio

Il legame affettivo tra uomo e animale (domestico) è superiore ai divieti imposti in ambito condominiale in materia di detenzione di animali in appartamento. Questo il paletto fissato dai giudici (sentenza del 17 aprile 2024 della Corte d’appello di Bologna) chiamati a prendere in esame il contenzioso originatosi in uno stabile di una cittadina dell’Emilia Romagna e relativo alla detenzione in casa, da parte di un condòmino, di due cani. Questa situazione viene segnalata da un altro condòmino, poiché ritenuta una palese violazione del regolamento condominiale che sancisce, nello specifico, il divieto assoluto e tassativo di tenere cani e gatti o altre bestie negli appartamenti o in qualsiasi altro locale (privato o comune) dell’edificio. Così il condòmino non animalista chiede e ottiene in Tribunale il rispetto del divieto vigente in condominio e il conseguente allontanamento dei due cani. Di parere opposto, però, sono i giudici d’Appello, i quali ritengono corretta la condotta del condòmino proprietario dei due cani. Ciò perché va riconosciuto al rapporto uomo-animale domestico un interesse giuridico da tutelare, a cui va attribuito un valore di portata costituzionale, qualificando, pertanto, il diritto al rapporto affettivo uomo-animale domestico quale diritto di nuova generazione. In questa ottica, il diritto alla coabitazione dell’uomo con l’animale domestico rappresenta l’estrinsecazione del più ampio diritto dell’uomo al rapporto affettivo con l’animale. Perciò, secondo i giudici, l’interesse del condòmino non animalista a vedere conservata la clausola del regolamento che vieta la detenzione degli animali domestici non è meritevole di tutela in quanto collide, con tutta evidenza, sia con i principi europei che con quelli del legislatore italiano posti a difesa del rapporto uomo-animale domestico.

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